Durante il
nostro soggiorno all’Isola di Ponza, facendo colazione presso un bar del porto,
ci capitò di intrattenerci a parlare con un anziano cassiere che, con i suoi
modi gentili e la sua voce avvolgente, aveva subito catturato la nostra
curiosità. Questi, nel raccontarci vecchie storie e piccoli aneddoti
dell’isola, ci parlò della Leggenda dell’Eremita.
Si narrava
infatti che, all’interno della comunità Pontina, vi fosse un singolare
personaggio che, con la fine dell’estate, era solito ritirarsi a vita eremitica
nell’adiacente Palmarola, isola totalmente selvaggia e colonizzata quasi
esclusivamente da gabbiani, uccelli migratori e qualche esemplare di falco
pellegrino. Un’isola caratterizzata da imponenti scogliere a picco sul mare,
montagne di tufo e da un inconfondibile profumo di macchia
mediterranea.
Ebbene,
proprio nel folto di questa macchia l’Eremita aveva realizzato la sua casa, energeticamente
autosufficiente e dotata di una splendida terrazza vista orizzonte dalla quale
godersi romantici tramonti e albe incandescenti. Qua si ritirava per nove mesi
all’anno da Settembre a Maggio e plasmandosi con la natura circostante e i suoi
capricci, si disintossicava dai vizi della civiltà, alla ricerca di
un’essenzialità ormai perduta negli agi dei giorni nostri.
Man mano che
il racconto proseguiva inziammo a sospettare che questo ometto attempato ma
dallo sguardo intenso incontrato al bar potesse essere in realtà l’Eremita
della leggenda e che la leggenda stessa non fosse altro che la storia della sua
vita. Alle nostre domande incalzanti, il sorrisetto sornione che gli si stampò
sul dolce viso rigato dal tempo ne fu la conferma. Il suo nome
era Ernesto Prudente, classe 1928, nato e cresciuto all’Isola di Ponza, ex
maestro elementare “vecchia scuola”, di quelli che uno scappellotto quando
necessario era più educativo di mille note sul registro e che, anche con
piccoli gesti, riusciva a trasmettere tutta la passione e il sentimento che
poneva nel proprio lavoro, così come nella vita. Era riuscito a farsi
riconoscere nel 1992 la residenza come unico abitante dell’Isola di Palmarola e,
autoproclamatosi Presidente della Repubblica dell’Isola, iniziò a trascorrere
là i suoi inverni, impiegando le giornate a coltivare la terra e a scrivere
libri. Libri leggeri, storie e aneddoti locali, ma unici proprio perchè dalla
loro semplicità si possono trarre importanti insegnamenti. Gli insegnamenti del
Maestro Ernesto, gelosamente conservati nelle librerie di alcuni fortunati che
lo hanno ricevuto in dono, magari con una sua dedica speciale...
Domenica
scorsa Ernesto ci ha lasciato e la sua Palmarola ne ha celebrato il ricordo con
una intensa libecciata come per fargli arrivare, ancora una volta lassù in
cielo, i profumi dell'isola che tanto amava.
Ciao caro
Eremita, custodisci da lassù Palmarola in tutto il suo selvaggio splendore…
bellissime parole...mancherà a tutti...
RispondiEliminaMi domando se in futuro esisteranno ancora uomini di questo tipo. Sono sempre più rari.
EliminaEle, ho provato un grande dispiace anch'io quando l'ho letto. Ho un ricordo molto bello, nitido e carico di emozioni di Palmarola e di quel "signore" (perchè di signore si trattava, nel vero senso della parola)e della sua carica vitale che sprigionava da quegli occhi color del mare, come la sua Palmarola. Bell'articolo, brava!!!
RispondiEliminaGrazie mille, ieri sera ho riletto un pò i suoi libri. Hanno scritto un bel commento per Ernesto su Twitter "Quando muore un poeta il mondo è un pò più povero", è proprio vero!! Un bacione!
EliminaConobbi Ernesto quando, diversi anni fa e per motivi di lavoro, dimorai sullo...scoglio per circa un anno e mezzo. Fummo amici come di più non si può e se non avessimo amato ogni donna in terra avremmo potuto andare oltre....Mi ha aperto, assieme alla cara Signora, le porte della sua casa, disvelandomi sapori straordinari dalla bottarga, al SUO tonno, al SUO vino conditi dalla Sua schietta e sorniona simpatia....E in quella grotta, a Palmarola, come personaggi di Verne abbiamo dormito, mangiato, sognato e fatto l'amore con una natura ed un bellezza così assolute da non poter essere definite: mi limito a dire che quelle esperienze hanno costruito in me il concetto dell'assoluta transitività dell'uomo con la natura. Scopro solo oggi, poiché la vita barbara ci esilia dalla felicità, che Ernesto non è più. Sicuramente è nel cuore di tanti come me che , incontrandolo, hanno con lui condiviso quanto di meglio la vita ci può riservare: una risata ed un bicchiere di vino bianco freddo seduti ad un tavolino, uscendo dal Bar a destra, sulla piazzetta di Ponza.
EliminaDeve essere stato un privilegio aver potuto condividere così tanto tempo con Ernesto. Noi lo abbiamo conosciuto nel corso di un viaggio e in pochi giorni ne siamo rimasti ammaliati! Grazie per questa splendida testimonianza.
EliminaGrazie a te Elena; e se tornerete a Ponza, abbracciate per me Umberto ed Eli ,i figli di Ernesto, e lo splendido Gigi Pesce proprietario del ristorante accanto. Forse scoprirete qualcosa anche di me....
Elimina.....Umberto???????? chissà se sei la stessa persona che una "manciata" di anni fa....si divertiva a far gavettoni al "villaggio".......Un sorriso
RispondiEliminaForse...una manciata d'anni fa...; qualcuno di giorno, qualcos'altro di notte da far invidia a personaggi ben più noti di Stevenson....
EliminaMa tant'è, quell'isola non ti lascia illeso, stravolge e incide segni incancellabili....
Tutto è sproporzionato, persone , meteorologia, cibo , amore, amicizia: ricordi che fanno bene al cuore ma anche tanto tanto male: quella..manciata di anni... se difficile da digerire di per se diviene insopportabile se ti metti a ricordare...
Ciao Erminia, ciao a tutti, a presto Ernesto....
un abbraccio da Minia... Cecco e ...Giulianova
Eliminaanch'io vi abbraccio, con Bruno, Franco e chiunque mi ricordi. Voi ci siete sempre, mi avete dato tanto in un periodo che solo adesso sappiamo quanto fosse straordinario.
EliminaLe vostre immagini, come figurine nell'album della mia vita, azzerano gli anni e divengono un gruppo indelebile.
Come siete giovani e come siete belli !!!!
??????????..."Minia...Cecco e Giulianova"...forse son dei nomi dimenticati!......perché io non ho memoria di Bruno, Franco....chi di noi due è più "confuso"?....sorrido e ti abbraccio forte forte. P.s. faccio una cosa che "in rete" non si fa!!!!!!!!!....lascio il mio cell.333/2875004...per raccontarci....se vuoi..
RispondiElimina....è uscito fuori un "anonimo"...per la mia poca dimestichezza col pc...ma son io: Erminia Patriarca...piacere!!
RispondiEliminaLetto con ammirazione...persone magnetiche e indimenticabili, di quelle che lasciano dei testamenti emotivi. Uomini come lui e Lorenzo Reina hanno ascoltato se stessi...non potevano che fare gli insegnanti! Un bacio ��
RispondiEliminaUn bacio a te, spero di capitare in Sicilia a conoscere Lorenzo prima o poi... :)
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