Viaggiare Oltre

Leggi la prima parte... 

Una volta tornati dall'hammam descriviamo a Mohamed le restanti tappe del viaggio. Lui prende carta e penna e riscrive il tutto su un foglio, cominciando ad aggiungere freccette, schizzi e appunti... che combina? "Niente" spiega, "vi ho cambiato l'itinerario. Ci sono cose che voi turisti non conoscete". Inizia a descriverle una per una.. un viaggio da favola, non possiamo far altro che seguire le sue indicazioni. Ringraziando per i preziosi consigli lo salutiamo e il giorno seguente scendiamo verso Agdz.

La prima dritta di Mohamed è un ecolodge immerso nella natura, da utilizzare come sistemazione per due notti. Al primo sguardo restiamo affascinati dalla cornice nella quale è immerso: una distesa di palme coronata dai monti in lontananza. La prospettiva è da sogno: abbiamo un bungalow, un palmeto e un fiume (il Draa, fiume più lungo e importante del Marocco) tutto per noi. In quest'ultimo ci tuffiamo senza porci troppe domande: siamo nel Marocco più incontaminato, quindi seguiamo la massima dei nostri viaggi: memento audere semper. 




Il bungalow dell'ecolodge era disposto a cerchio, assieme a pochi altri. Un luogo molto silenzioso e intimo, su volere dello stesso proprietario che non ha mai voluto piegarsi alla logica spersonalizzante di hotel giganteschi e resort in cemento, preferendo la costruzione di una piccola oasi a impatto zero. Elettricità, acqua e gas infatti sono utilizzati in modo da creare il minimo impatto ambientale. 


Salutando l'Eden sul fiume ci dirigiamo verso le incisioni rupestri di Ait Ouaazik, consigliateci dai locali e dallo stesso proprietario. Trovarle è stato a dir poco avventuroso, se volete saperne di più leggete il racconto nel post precedente. 

Sostiamo a Zagora per arrivare ad uno dei cartelli più conosciuti dai viaggiatori: Tombouctou, 52 jours. Un cartello che rievoca i grandi viaggi del passato, quando le carovane percorrevano per cinquantadue giorni il Deserto del Sahara per ritrovarsi nel Mali in cerca di scambi e affari. 


Ripartiamo e il viaggio continua verso Tamegroute. Lo ksar di Tamegroute è celebre per la presenza della biblioteca coranica dove sono conservati manoscritti di inestimabile valore come una copia del Corano in pelle di gazzella risalente all'XI secolo. Ricordatevi che all'interno della biblioteca non è possibile scattare foto. La zona di Tamegroute è inoltre conosciuta per la grande produzione di ceramiche, esportate e vendute in tutto il Marocco. Molti abitanti del posto vi offriranno la possibilità di visitare gli interni delle fabbriche, mostrandovi i forni di cottura e le tinte naturali utilizzate per decorare piatti, tazze e vassoi. Nel nostro caso abbiamo trovato un marocchino ospitale e ben disposto che mi ha lasciato produrre una tazzina in ceramica! In ogni caso, sarà quasi impossibile entrare nei loro negozi e tornare alla vostra auto a mani vuote. 


Risalendo la Valle del Draa e proseguendo da Ouarzazate verso est, siamo ripartiti con la curiosità di conoscere due modi diversi di vivere il deserto. Ci siamo recati dapprima a Merzouga e successivamente all'Erg Ouzina. La prima tappa ha rappresentato "il deserto comodo", conosciuto dal turismo internazionale, dove si soggiorna ai piedi delle dune dell'Erg Chebbi, in qualche riad dotato di ogni possibile comfort. Nel nostro siamo riusciti a trovare una piscina con una fontana a forma di cammello, il che è tutto dire.. La seconda destinazione è decisamente l'opposto. Qui il deserto si è esprime il tutto il suo selvaggio splendore. 


Non c'è niente da spiegare e niente da capire. Si sale sulle dune e, rispettando il silenzio interrotto dal sibilo del vento, si ammira il paesaggio. L'aria leggera gonfia le vesti e ci accompagna per la prima notte in tenda. Nei giorni successivi ci spingeremo oltre: tre ore di cammellata per raggiungere la linea di confine fra Marocco e Algeria. Insieme ai due marocchini che hanno organizzato il viaggio condivideremo il rito del tè alla menta che diventerà un'occasione di confronto fra le nostre culture.


Ripartiamo a malincuore verso Marrakech e il percorso si trasforma di nuovo. La strada si inerpica tingendosi dei toni rossastri dell'Alto Atlante, una catena montuosa annoverata fra gli itinerari stradali più belli al mondo. Qui sono presenti le Gole del Dadés dove il fiume dall'omonimo nome divide e arricchisce il paesaggio roccioso. Si sale per i tornanti ma la vista è spettacolare e quindi si scende dalla macchina per godersi il paesaggio. Un'altra occasione per stupirsi delle tante sfaccettature del Marocco. Nei dintorni è situata anche El Kelaa M'Gouna, una cittadina dove ogni estate si raccolgono le rose e si producono creme e acque profumate. Qui il viaggio si conclude, dal Dadés torneremo verso il riad di Mohamed e ancora verso Marrakech. In volo, la mente non riuscirà a staccarsi dai ricordi di questi incredibili paesaggi. Arrivederci Marocco, prima o poi torneremo a percorrerti.