I fatti di Parigi, la violenza e le tragedie accadute mi hanno riportato alla mente un fatto avvenuto durante il nostro viaggio in Bretagna e Normandia, sulla terrazza della chiesa abbaziale di Mont Saint Michel.
Sulla murata esterna dell'abbazia era rimasto intrappolato un piccolo gabbiano. Non era nei guai, doveva solo trovare il coraggio di spiccare uno dei primi voli. Le zampette continuavano a scivolare sulla parete e le ali sembravano troppo grandi per essere pilotate. Eravamo tutti in apprensione perché nonostante si trovasse a meno di mezzo metro dal precipizio, non si decideva a stendere le ali.
All'improvviso si è alzato e ha spiccato il volo, barcollando nell'aria a destra e sinistra. Dopo aver effettuato una maldestra virata, si è diretto verso il parapetto principale in cerca di uno spazio per atterrare ma il belvedere era ingolfato di turisti intenti a fotografare l'incantevole panorama. Spaventato dalla folla e dalle macchine fotografiche, ha cominciato a stridere forte sopra le teste dei presenti, come a dire "Lasciatemi scendere, non so volare!" Molti turisti hanno compreso la difficoltà dell'animale e si sono fatti indietro, altri hanno fermato e tirato a sé i viaggiatori che continuavano a fotografarlo e riprenderlo dal basso. Il gabbiano è atterrato e, una volta che si è sentito al sicuro sulla terraferma, si è voltato verso i suoi salvatori e ha emesso un acuto pigolio di ringraziamento.
C'è una cosa che mi ha quasi commosso in tutto questo: l'umanità dell'animale e delle persone che si sono preoccupate per lui. Il volto preoccupato di quell'uomo che ha allargato le braccia e ha spinto indietro gli altri, il sorriso di tutti noi all'atterraggio del volatile, l'applauso dei due bambini e gli occhi lucidi dei turisti che si sono commossi nell'assistere alla scena. Era come se mettere in sicurezza e proteggere questo essere vivente fosse diventata la priorità assoluta.
Ogni volta che penso alla Francia e ai fatti di Parigi mi torna in mente questo piccolo gabbiano normanno e i viaggiatori che l'hanno custodito. I fatti di Parigi, la marsigliese cantata dagli spettatori in fuga allo Stade de France, le persone che sono morte aiutandone altre, le portes ouvertes e persino l'istinto protettivo nei confronti di un gabbiano a Mont Saint Michel ce lo ricordano sempre: volontà, valori e sentimenti sono l'arma più potente che abbiamo. Non importa quanta violenza abbiamo attorno, in mezzo al male si possono compiere e ammirare infiniti atti di bene.
Proprio così... nonostante la tristezza immensa che ho nel cuore non mi arrendo e continuo a credere nella bellezza, nel bene e nell'amore. Bellissimo questo tuo post, mi ha toccato profondamente e sposo appieno le tue parole <3 Un abbraccio grande grande, buona serata :**
RispondiEliminaMai arrendersi all'odio, è quello che vogliono. Il bene può piegarsi ma non deve mai soccombere.
EliminaE' quello che la natura umana dovrebbe portare istivamente a fare, volersi bene, proteggere i più deboli e sono convinto che sia così per la maggior parte di noi. Questi episodi tragici sono legati a persone che di umano, di civile e di cultura hanno praticamente niente.
RispondiEliminaFabio
Ma non è bombardandoli che si risolvono le cose anche se siamo arrivati al bivio, "o noi, o loro". Mi chiedo dove porterà tutto questo.
Eliminache belle parole le tue. l'odio non porta da nessuna parte, solo con il rispetto reciproco e con dei sani valori si può costruire una società civile dove vivere in pace
RispondiElimina"una società civile dove vivere in pace"
EliminaA leggerlo sembra un'utopia, anche nel 2015.
Che amarezza :-(
Bellissimo post cara Elena che condivido assolutamente. Un abbraccio grandissimo :)
RispondiEliminaGrazie mille cara, un abbraccio a te :) !
EliminaComplimenti per lo splendido messaggio che unito a immagini deliziose non puo' che trapassare il cuore. E un cuore dove andare a parlare alla fine ce l'hanno tutti, anche quelli che non sembrerebbe .
RispondiEliminaTi ringrazio di cuore Marco, per me è e rimarrà un prezioso ricordo.
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