Il Montana è uno Stato rude e autentico dove dormendo in un ranch puoi incontrare l'americano barbuto che strimpella la chitarra fuori dal porticato e ti offre un bicchiere di whisky in cambio di qualche battuta. Nel Montana, così come nel Wyoming e negli Stati più centrali degli States, si vive la vera esperienza americana e tra le curiose attrazioni che si incastrano lungo le linee dritte delle Interstates troviamo Virginia City, vecchio avamposto minerario designato come sito storico e ghost city americana.
Dell'allure ammaliante e decadente tipica delle città fantasma rimane ben poco, visto il grande afflusso di visitatori che si riversano ogni anno nella cittadina: cinquecentomila curiosi, secondo le ultime stime.
Case e passerelle in legno raccontano un passato da cittadina del Far West e chiudendo gli occhi si odono cigolanti diligenze in fuga, il cloppete cloppete dei cavalli sellati che fuggono a grande velocità sotto gli spari dello sceriffo, ma anche quell'affascinante rumore del tacco degli stivali da cowboy che incede coperto di polvere verso i saloons. Sembra di viaggiare assieme al giovane Marty di Ritorno al Futuro, cercando l'amico Doc scomparso nel lontano 1885... e si sbaglia di poco. La storia della cittadina è di poco antecedente alla data digitata sul computer di bordo della Delorean. Risale alla scoperta dell'oro sulle Rocky Mountains (1863).
Virginia City venne inizialmente fondata da minatori e cercatori d'oro intenzionati ad estrarre il prezioso minerale dal deposito minerario dell'Alder Gulch. Una risorsa inizialmente infinita, una miniera all'apparenza inesauribile: si stima che l'ammontare dell'oro trasportato dalle Rocky Mountains a grandi città e territori a valle sia di oltre trenta milioni di dollari. La fondazione della cittadina, dapprima costituita da un disordinato puzzle di carovane e accampamenti, è avvenuta in neanche due anni, dal 1863 al 1865, grazie o per colpa del passaparola sulle grandi risorse aurifere del territorio. I primi cercatori d'oro tirarono su gli attuali edifici e a loro si aggiunsero decine, centinaia, migliaia di proseliti. Avventurieri, figli di braccianti, piccoli agricoltori, facoltosi imprenditori fatti fuggire ben presto dalla famigerata "feccia dell'ovest": grandi fuorilegge e pericolosi criminali che tentarono con qualsiasi mezzo di accaparrarsi il prezioso tesoro.
Virginia City, oggi registrata come National Historic Landmark, è considerata dunque un monumento nazionale a cielo aperto ed una pietra miliare della storia degli Stati Uniti d'America. Di conseguenza, qualsiasi oggetto ed edificio presente nella cittadina viene conservato e trattato come preziosa reliquia: dai magazzini delle poste a carri e diligenze risalenti alla fine dell'800. In alcuni locali come la farmacia ci si può solo affacciare, ammirando i barattoli consumati, le boccette di pozioni medicamentose, i bancali in legno.
Addentando un incredibile hamburger nel Bale of Hay Saloon si ride e si scherza con gli americani del posto, si entra poi in curiose rivendite di manufatti che espongono pietre e magliette inneggianti ai diversi partiti politici, ci si spaventa osservando la versione ottocentesca della sedia del dentista, dotata di corde e lacci per legare il malcapitato di turno.
Virginia City è un vero spaccato di America Perduta ad una manciata di chilometri dal confine canadese e da altre attrazioni da scoprire. Non vi resta che interiorizzare il mood della zona: camicia a quadretti, andatura lenta, glorioso cappello da cowboy (o da baseball) e via sotto il cielo infinito. Altre mete da scoprire le trovate in questi post.
Buon viaggio.
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