Ho dormito in auto di fronte all'Oceano Atlantico assieme ad una comunità di surfisti/vanlifers/camperisti/fotografi. Non so come altro definirli ma son sicura che c'è dell'altro. Basterebbe questa esperienza a farmi innamorare perdutamente della località di Nazaré in Portogallo ma le emozioni non sono finite qui. Sono uscita a notte fonda per avvicinarmi all'oceano. Volevo sentire al di fuori dell'atmosfera ovattata dell'auto il rumore di quelle onde che tonfavano minacciose a un centinaio di metri di distanza. Erano le due di notte. I cani del vicino di camper hanno iniziato ad osservarmi incupiti, pronti ad attaccare se mi fossi avvicinata al padrone addormentato. Quando hanno percepito che lo scopo era un altro hanno iniziato a scodinzolare incuriositi e a giocare tra di loro, distogliendo l'attenzione. Menomale va', che gli arti mi servono.
Il parcheggio (uno spiazzo non custodito al limitare della spiaggia) era al sicuro su un piccolo rialzo, ben lontano dalle onde. Sono uscita e dopo pochi metri mi ha circondato una nebbia surreale e danzante. Era l'oceano che si librava nell'aria lasciandola intrisa di vapore e giochi d'acqua. Sono scesa sulla spiaggia con la torcia dello smartphone. Non si vedeva niente, la vista non si abituava a quell'oscurità neanche dopo minuti in attesa. Rimanendo a debita distanza, ho respirato a pieni polmoni quell'aria e quella sensazione di libertà assoluta, in balia degli elementi. Io e Nicola, da soli in mezzo al niente.
"Sono stata davvero qui?", mi chiedo riguardando oggi le foto di Nazaré.
Credo di aver visto uno dei luoghi più belli del mondo. E non parlo delle destinazioni "imperdibili" elencate a mo' di lista della spesa su guide patinate. La definizione di "luogo più bello del mondo" è personale, varia da persona a persona, è una miscellanea scombinata di gusti, sensazioni, colori, suoni preferiti e passioni personali. Un luogo scivola nella classifica dei posti più belli del mondo quando lo senti tuo, quando presenta dei tratti distintivi incredibilmente vicini al tuo modo di essere e con Nazaré è scoccata una scintilla a prima vista. Non tanto con la cittadina in se e per sé, quanto con Praia do Norte, la spiaggia conosciuta per le onde più alte del mondo e il forte Sao Miguel Arcanjo.
Abbiamo raggiunto la località verso le quattro di un ventoso pomeriggio di luglio, scegliendo di visitare il forte Sao Miguel Arcanjo per primo. Costruito sulla scogliera che divide Praia da Nazaré da Praia do Norte, è un forte risalente al 1577, costruito per prevenire gli attacchi di pirati normanni, marocchini e algerini sulle coste portoghesi. Si raggiunge con una camminata di dieci minuti dal parcheggio principale e al suo interno è presente una sorta di piccolo museo diffuso (a pagamento, ma parliamo di un contributo di 1€ a persona) dove sono custoditi diversi cimeli tra cui tavole da surf e da kite di chi ha sfidato le onde di Nazaré. Non a caso è proprio da questa prospettiva, alta sulla scogliera, che si possono osservare un paio di volte l'anno le onde giganti che rendono questa località tanto imperdibile.
Avete mai visto uno dei tanti video che circolano su Youtube? Nel periodo compreso fra ottobre e marzo, quando i venti atlantici iniziano a spirare con maggiore intensità, dalle profondità dell'oceano si alzano veri e propri muri d'acqua alti più di 30 metri che divengono il desiderio più agognato dai surfisti estremi. Cavalcare l'onda più alta del mondo ed entrare nell'olimpo del surf estremo... il pegno da pagare potrebbe essere molto caro, ma per alcune persone l'adrenalina è una vera e propria dipendenza.
Avanzando tra immagini e merchandising vario si arriva in una stanza con pannelli informativi che spiegano come si originano le eccezionali onde della località.
Il fenomeno è dovuto a un canyon sottomarino in corrispondenza del faro di Nazaré, che causa una forte depressione fra la spiaggia cittadina e la Praia do Norte dove si concentrano i "point break" delle onde, pura droga per i surfisti di tutto il mondo. Questo fa sì che l'onda non incontri il minimo ostacolo e che possa crearsi un "mostro d'acqua" di forza e velocità inaudite.
Le onde giganti di Nazaré (Img: touringclub.it)
Optiamo per la seconda e scendiamo su quella spiaggia dorata mozzafiato per attendere il tramonto, notando il parcheggio fronte oceano dove avremmo dormito quella notte.
C'è un'atmosfera unica da queste parti. Il surf, come in altre parti del mondo, è uno stile di vita e si mescola a leggende pagane e credenze religiose locali, come la leggenda del cervo e dell'apparizione della Madonna di Nazaré.
Si racconta che nel 1182, in una nebbiosa mattina Don Fuas Roupinho, comandante della flotta cristiana in lotta contro i corsari arabi nelle acque di Nazaré, decise di andare a caccia e vide un cervo. Si mise subito ad inseguirlo in sella al suo cavallo ma non riusciva a vedere niente a causa della nebbia. Alberi e rocce spuntavano dal nulla quando improvvisamente il cervo saltò fuori dalla scogliera. Avvicinandosi al galoppo scoprì con orrore che il cervo si era buttato dal dirupo per morire in mare. Cominciò a tirare le redini per evitare la stessa fine ma il cavallo correva impazzito. Chiese quindi una supplica alla Madonna che gli apparve in cielo e immobilizzò le zampe dell'animale sull'orlo del precipizio. Don Fuas Roupinho promise che avrebbe eretto un tempio in onore della Signora dei Cieli e così fece.
L'attuale santuario de Nossa Senhora de Nazaré nasce dal piccolo tempio eretto da Don Fuas e il Sìtio do Norte (quartiere principale di Nazaré Norte) è tutt'oggi una grande meta di pellegrinaggio. Oltre ai pellegrini, anche i surfisti rendono onore all'apparizione della Madonna di Nazaré, con tatuaggi e rappresentazioni del miracolo sui loro surf, senza contare la statua posta sulla collina che guarda Praia do Norte.
Aspetti religiosi che si mescolano a tradizioni e culti pagani: sempre nella piazza principale è possibile osservare donne agghindate con le Sete Saias, le sette gonne indossate una sopra l'altra che rappresenterebbero le sette virtù, i sette giorni della settimana, i sette colori dell'arcobaleno, le sette onde del mare.
Abbiamo terminato la visita a Nazaré Norte passeggiando al Belvedere del Suberco e cenando con un freschissimo pescado atlantico per poi ridiscendere a un orario consono nel parcheggio fronte spiaggia. La mattina successiva è stata scandita dalle grida dei bagnini in più lingue <<Ehhh! No! No se puede!>, <<Stand back please!>>, <<Longe da àgua!>> che ci ammonivano ogni volta che noi o altri bagnanti ci avvicinavamo troppo alle onde nel tentativo di farsi un bagno. Niente da fare, erano troppo violente.
Nessuna "Big Mama" di trenta metri ma onde considerevoli di quattro-cinque metri e una forte risacca che impedivano di fare il bagno in sicurezza. Bisognava tener conto non soltanto dell'altezza ma soprattutto della potenza che portavano con sé. Anche stando sulla riva, l'onda ormai rotta aveva una potenza tale da scardinarci quasi dal posto e da arrivare fino alle ginocchia (foto sotto), per non parlare della corrente di risacca che cercava ogni volta di trascinarci con sé.
Atmosfera easy, sportiva ma non chic. Ci si incrocia con surfisti dai nasi bruciati, ultimi pirati portoghesi, donne con visi solcati da rughe profonde e celebrate con il monumento alla Donna di Nazaré al Largo Dos Cedros, facce di chi la sa lunga su venti, mari e correnti. E' del 19 gennaio 2018 l'ultima onda record cavalcata a Nazaré: una Big Mama alta 35 metri. Come si chiama il pazzo furioso riuscito nell'impresa? Hugo Vau, surfista che nella vita di tutti i giorni si guadagna da vivere facendo il pescatore nelle Isole Azzorre. Ribellione e umiltà in un'unica persona.
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