Luoghi della Beat Generation a San Francisco | Viaggiare Oltre

Luoghi della Beat Generation a San Francisco



San Francisco, beat generation. 
I luoghi di Jack Kerouac sparpagliati nella città, nel Big Sur e in buona parte dell'America dell'Ovest. 
Non potevo perdermi queste attrattive, non dopo aver letto e adorato i libri "Big Sur" e "Sulla Strada". Non vedevo l'ora di raggiungere San Francisco e conoscere da vicino i luoghi imputati alla beat generation, quel movimento statunitense nato da un gruppo di poeti per imporre una nuova visione societaria, meno consumistica e più improntata alla ricerca dello spirito. Un'esistenza che superasse l'incanto del vile denaro per sopravvivere a colpi di arte e poesia. 
La benzina dei poeti beat era l'amore per il verso letterario, la vita creativa, la scrittura ed il continuo desiderio di vederle espresse e propagate in ogni angolo del globo. Un intento nobile accostato, tuttavia, a sopravvivenze vissute al limite, in una gara a chi si allontanava maggiormente dai confini della realtà. Droga, consumo ossessivo di alcool e allucinogeni, maratone di lettura accostate a sessioni di jazz e dosi di eroina. 


Un movimento che ha dato voce ai ribelli dell'epoca, portando alla migrazione di intere comunità di artisti nella città del ponte rosso. Nell'immediato dopoguerra, San Francisco pullulava di pittori, musicisti, scrittori che si scapicollavano lungo le irte strade in salita, per andare e tornare da Haight-Ashbury, presentare i propri lavori a gallerie d'arte, librerie e case editrici come la City Light di Lawrence Ferlinghetti (poeta, editore e grande sostenitore del movimento) oppure, nella peggiore delle ipotesi, recarsi da Spec's, rivendita clandestina di alcolici per una forte e massiccia bevuta.

Per un tour nei luoghi di Kerouac, cominciamo da uno dei bar dove era solito ritrovarsi con Allen Ginsberg, William Boroughs ed altri seguaci del movimento per spendere interi pomeriggi piegato sui taccuini: il Vesuvio Cafe, situato nel quartiere di North BeachImpossibile non riconoscerlo con le vetrate variopinte, gli articoli e le fotografie degli scrittori appese alle pareti (è proibito fotografare gli interni) e quell'aria sbiadita, kitsch e un po' bohémien tanto amata da artisti, scrittori e viaggiatori che tutt'oggi sostano nel bar soffermandosi su reliquie e immagini autografate. 



Stralci di cultura beat che trovano l'apoteosi massima nel Museo della Beat Generation (Beat Museum). Un tempio delle meraviglie dove si trovano dvd, poster e libri introvabili in Italia come le ultime pubblicazioni di Fernanda Pivano che ho cercato in lungo e in largo in siti, grandi store e librerie indipendenti. Dovevo finire a San Francisco, dall'altra parte del globo, per scovare un libro di un'autrice italiana!



Altro luogo imputato alla Beat Generation è il Caffè Trieste, sempre nel quartiere di North Beach. Conosciuto non soltanto per Kerouac ma per il continuo e successivo passaggio di un altro grande frequentatore: Francis Ford Coppola, che pare abbia concepito gran parte de "Il Padrino" sorseggiando caffè espresso ad uno di questi tavoli. 


Si prosegue poi per Jack Kerouac Alley osservando le targhe commemorative intitolate all'autore di "On the road" e si arriva all'angolo tra Broadway e Columbus Avenue con il Language of the Birds, installazione posta di fronte a uno splendido murales con 23 libri illuminati e penzolanti nel vuoto con frasi in italiano, inglese e cinese che decorano il pavimento della piazza. 



Jack Kerouac Alley, Language of the Birds, i bar, i cafè, ma non dimentichiamo Haight-Ashbury, quartiere vibrante di Frisco dove si riversarono certamente i seguaci del movimento beat ma anche hippie, pittori e personalità creative. Un quartiere che risplende ancora di una forte individualità con negozi originali e pittoreschi, tatuatori ad ogni angolo, locali coloratissimi e giovanili. Programmando il viaggio a San Francisco, era una delle tappe che più ci incuriosivano. 


Da San Francisco è possibile continuare la ricerca dei luoghi beat gironzolando a zonzo per la California e, se ve ne posso consigliare uno su tutti, scelgo il Big Sur. Chiamata la costa dei poeti, luogo di ritiro di Kerouac nell'estate del '62, quando smise di rimbalzare tra San Francisco, Parigi e New York per trascrivere l'omonimo romanzo ambientato su questa costa selvaggia. Scritto in un'unica sessione, come era suo solito. Un ritiro di scrittura forzato dall'ispirazione che scorreva nelle sue vene. Sceglietelo come meta che segue il fil rouge del movimento beat ma anche e soprattutto come destinazione da vivere e percorrere miglio dopo miglio. Un incredibile strada costiera a picco sul Pacifico, annoverata fra gli itinerari stradali più belli al mondo. 



0 comments