La Cittadella e i colori di Calvi | Viaggiare Oltre

La Cittadella e i colori di Calvi



Mare e monti circondano la bella Calvi, porto di pastori e marinai affacciato sulla costa nord occidentale della Corsica. Piacevole mescolanza di antico e moderno con il porto popolato da yacht e barche a vela a contrasto con gli antichi profili della Cittadella e della città vecchia. Entrando a Calvi si percorrono vie illuminate dal sole e dai colori variopinti di pittoresche rivendite alimentari alternate a negozi di souvenir sventolanti bandiera corsa e deliziosi punti di ritrovo con tavolini all'aperto. 


Impossibile non rimanere incantati da vicoli, slarghi e piazzette come Place du Dr Crudeli dove svetta l'èglise de Sainte-Marie, edificio religioso costruito nel XIX secolo che si staglia con i suoi profili barocchi e l'intonaco beige/rosato lungo Rue Clemenceau. 



Lingue, dialetti e bandiere si uniscono da un vicolo all'altro. Calvi accoglie storie di popoli, vicende di tante razze e ogni albergatore/ristoratore/cameriere/barman ha una storia di viaggio da raccontare, molto spesso composta da una valigia preparata in fretta, un traghetto preso all'ultimo minuto seguito da un colpo di fulmine immediato... per una persona incontrata o per l'isola stessa. 


Da queste vie del centro popolate da storie di abitanti e viaggiatori siamo saliti su per i (tanti) gradini che portano alla Cittadella, antica fortificazione incastonata su uno sperone di roccia che in passato difendeva Calvi da attacchi e incursioni di pirati. 


Un camminamento con cinque bastioni che offre numerosi punti di osservazione, belle finestre affacciate sul mare e una stradina in salita che nasconde la cattedrale della città (Cathédrale St Jean Baptiste). 



Mare e monti abbelliscono il profilo costiero. Un unione che si riscontra anche a tavola nella gustosa cucina corsa. Formaggi, miele, castagne, verdure, pesce, prodotti della pastorizia, della pesca e della cacciagione si uniscono creando gustosi sapori. 





Non volevamo perderci neanche un assaggio e scendendo dalla Cittadella abbiamo gironzolato nel centro storico fino a trovare questo ristorante pittoresco, lontano dal turismo e dalle folle.


Intimo, accogliente, a gestione familiare. Ho chiesto il significato di quella frase dipinta sulla parete e la cameriera anziché rispondermi in francese mi ha risposto in dialetto corso
Un dialetto insolito all'orecchio di un italiano che sembra quasi un esperanto, una lingua inventata. Un dialetto tramandato e amato, ancorato al passato, alla forte cultura e identità del territorio della Corsica e alle influenze dei popoli che l'hanno attraversata. E chissà, forse anche espressione di quel desiderio velato, appartenente a gran parte degli isolani, di rimanere volutamente nascosti, misteriosi, non del tutto compresi. 


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